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La filosofia politica di Hannah Arendt

1. L'introduzione
2. Totalitarismo e Rivoluzione
3. La Politica
3.1 Opera
3.1.1 La relazione mezzo-fine
3.1.2 Inizio e fine
3.1.3 La dicotomia soggetto-oggetto
3.1.4 Un esempio
3.1.5 Il problema della categoria di opera
3.1.6 Il trionfo della categoria di opera
3.1.7 L'opera e la politica
3.1.8 Riassunto
3.2 Il lavoro
3.3 L’agire
3.4 Excursus: Teatro
3.5 La nascita
3.6 Il CHI 
3.7 Il potere e lo spazio di apparizione
3.8 Excursus: Teoria del contratto e femminismo
3.9 Imprevedibilità è narratività




3.1.4 Un esempio

Ma un politico, che -tico è

Supponiamo che voglia rinnovare la tappezzeria di casa. Ho bisogno di colla, carta da parati attrezzi come forbici, metro, vernice ecc. Se tutto ciò è disponibile e ho curato le preparazioni necessarie, il resto non è un problema. Produco, dunque, l’immagine della nuova parete. In quanto soggetto realizzo il mio progetto con l’aiuto di strumenti quali la colla, il pennello e i rotoli di carta da parati. I materiali colla e carta da parati vengono trasformati, seguendo il modello “cambio di tappezzeria”, in “carta da parati nuova”, la cosa. Quando la parete è interamente ricoperta dalla carta da parati e tutto è in ordine, il processo è concluso.

Un discorso di tutt’altro genere si fa quando da rinnovare è una stanza comune in un’abitazione condivisa; in questo caso processo e concetto si impostano diversamente, poiché ci si deve accordare sulla tappezzeria. Ciò complica la cosa in maniera rilevante, si dovrà trattare. Lo scopo della cosa è chiaro: l’accordo. Se si vuole intendere questo accordo come p opera, bisognerà spiegare come ci si è procurati materiale, modello e utensile. Il modello lo abbiamo in mente, è la rappresentazione di come vorremmo l’aspetto della casa. Il materiale è la volontà degli altri. Ora non rimane che convincere gli altri ad accordarsi con la mia rappresentazione (li devo modellare). Possibilmente ci riesco; possibilmente, se continuo a comportarmi così, mi cacceranno via. Ma se sono l’affittuario principale e mi faccio forte di ciò, ad andarsene saranno forse gli altri. La società, la politica, viene sensibilmente danneggiata, forse addirittura distrutta. Perché?

A mio parere, una prospettiva esterna che non si adatta al circostante si è infiltrata. Descrivendo una situazione simile a quella appena conclusa, mi pongo come soggetto di fronte agli altri, al materiale, oggetti, dal mio punto di vista. All’opera appartengono il materiale, con cui si produce, e il soggetto producente. Il discorso è diverso quando si tratta di una decisione politica. Non sussiste la relazione soggetto-oggetto bensì un intreccio di riferimenti tra diversi soggetti, diversi singoli. Possiamo considerare i molti, singoli impulsi volontari come materiale, l’accordo come prodotto finale, ma chi si può contrapporre al materiale se facente parte dei molti produttori? Questa proposizione è inaccettabile in un contesto pluralista. E il principio di infinità ‘a-teleologicità’? Una volta presa la decisione e compiuto il rinnovamento, è tutto a posto? Può però accadere che qualcuno se ne vada dall’abitazione e ne arriva un altro a cui magari non piacciono proprio le novità della tappezzeria. Ha poche speranze di imporsi, ma ne parlerà, di questo suo problema, prima o poi. E così ha rimesso in moto la politica, agendo. Questo accade naturalmente nel mondo comune agli uomini, che vanno e vengono da e in esso. Introducendo così i fattori di mortalità e nascita.

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aggiornato: 29.06.2006