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La filosofia politica di Hannah Arendt

1. Introduzione
2. Totalitarismo e Rivoluzione
3. La Politica
3.1 L'opera
3.2 Il lavoro
3.3 L’azione
3.4 Excursus: Teatro
3.5 La natività
3.6 Il CHI 
3.7 Il potere e lo spazio di apparizione
3.8 Excursus: Teoria del contratto e femminismo
3.9 Imprevedibilità è narratività
4. La politica, la teoria di campo e la comunicazione
5. Riassunto
6. Bibliografia



3.6 Il CHI

Descrivendo le persone, Hannah Arendt distingue tra COSA e CHI si è. Il COSA si è caratterizza tutte le qualità esterne di una persona. Il COSA è comune a tutti, cose e persone, il CHI è però proprio degli uomini. La categoria di COSA comprende quindi il colore dei capelli, l’altezza, il sesso e il comportamento evidente; il CHI definisce invece la persona nel suo essere, in se.

Il CHI caratterizza l’inconfondibile individualità di un uomo. Questa individualità, la coscienza, la cosa in sé, che ognuno di noi è accessibile solo al soggetto, all’interessato.

Questo schema ricorda quello aristotelico di sostanza e accidente. Nella traduzione di Klaus Oehler delle Categorie:

Con ‘in un ente base’ intendo ciò che è in qualcosa, non come parte e inseparato da cui può esistere dove è. Ad es. la scienza grammaticale individuale è in un ente base, l’anima (…) e la conoscenza individuale è in un ente base, il corpo.

L’ente base corrisponde alla sostanza e ciò che essa contiene, le qualità o gli accidenti. C Più avanti si comprende che con ente base si intendono le sostanze, le cose individuali(2):

La sostanza è però chiamata in primo luogo e preferibilmente, ciò che non è causata da un ente base o è nello stesso, ad es. l’uomo individuale o il cavallo individuale.

La scienza grammaticale è aristotelicamente un esempio di una qualità, l’anima o l’uomo individuale sono classificati come sostanze.. E di fatto Hannah Arendt aggiungerebbe il sapere di una persona al COSA per distinguere l’uomo nella sua individualità come fa Aristotele (3):

A differenza di ciò che si è, a differenza delle qualità, doni, talenti, difetti che possediamo e almeno controlliamo, sta a noi celarli o palesarli, il chi, ossia il ‘chi’ personale, ci è sottratto poiché si palesa arbitrariamente in tutto ciò che diciamo o facciamo.

La nuova veste che la Arendt dà allo schema sostanza-accidente consiste nel fatto che l’essere sostanziale di un uomo può per lei essere palesato ad altri uomini.

Seguendo questo nuovo modello ci rendiamo conto non solo delle qualità esteriori di un uomo, ma anche del suo intimo essere.

La mia interpretazione è la seguente: l’azione è, come detto sopra, un caso speciale di causalità. Un uomo causa qualcosa da sé, è causa di un effetto apprezzabile. E come sempre nei rapporti causali, l’effetto riporta alla causa: qui l’azione, visibile e concreto riconduce alla persona causante. E siccome l’essenza di una persona rimane invisibile, solo l’azione può chiarire il CHI dell’agente.

Schematizzando:

Input ->
Black Box 
CHI, Essenza, Individuo ->
COSA, Ego, Modello di Comportamento ->
 
Output 
-> Azione (imprevedibile)
-> Comportamento (prevedibile)
 

La black box è un uomo, il signor S. Tutto ciò che gli è proprio è l’input. Egli stesso, corpo, anima e tutto il resto. Ciò che fa è l’output. Ora, un osservatore, sconosciuto al sig. S. che lo osserva da tempo noterà delle regolarità: il sig. S fa colazione con due croissants e un caffellatte. L’osservatore constaterà ancora che determinati input danno output corrispondenti: il signor S. dà in escandescenze se qualcuno lo provoca. Queste regolarità e modelli sono il comportamento secondo Hannah Arendt.

L’osservatore del sig. S. non potrà mai spiegare per intero il comportamento descritto o addirittura prevederlo. E questo imprevedibile, l’azione, scaturisce da una fonte oscura e indefinibile di spontaneità: il CHI, la personalità, la persona, l’essenza, in altre parole, il signor S. Questa fonte di spontaneità si esaurisce solo con la morte del signor S. Questo individuo, chiamato da Hannah Arendt CHI, deve riconoscere quanto è visibile di se, l’azione. C’è una frase della Arendt citata molto spesso(4):

Agendo e parlano gli uomini palesano il loro essere, mostrano la peculiarità della loro essenza, fanno il loro ingresso sulla scena del mondo su cui non erano prima d’ora visibili, finché non hanno fatto sentire il suono unico della propria voce e avvertire la propria attività e la sagoma altrettanto unica del loro corpo.

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Note:
  1. Aristotele, Categorie, cap. 2, trad. e commentato da K. Oeheler, Werkausgabe Darmstadt 1984, vol. 1, parte 1. pag. 9
  2. Ibidem, cap. 5, pag. 10
  3. Vita activa, pag. 169
  4. Ibidem

I rinvii sono riferiti alle edizioni tedesche.


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aggiornato: 29.06.2006