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La filosofia politica di Hannah Arendt

1. Introduzione
2. Totalitarismo e Rivoluzione
3. La Politica
3.1 L'opera
3.2 Il lavoro
3.3 L’azione
3.4 Excursus: Teatro
3.5 La natività
3.6 Il CHI 
3.7  Il potere e lo spazio di apparizione
3.8 Excursus: Teoria del contratto e femminismo
3.9 Imprevedibilità è narratività
4. La politica, la teoria di campo e la comunicazione
5. Riassunto
6. Bibliografia



3. La Politica

La politica consiste in questo: Lei si siede a trattare e non può più andare in bagno.

Heide Simonis, presidentessa del Land Schleswig-Holstein,
in: Süddeutsche Zeitung del 5.5.1993, pag. 4

Ho già definito un processo politico nell’introduzione: un gruppo di persone si riunisce, discute, si consulta; e infine giunge a un’intesa su un punto comune. La politica è l’insieme di tutti i processi politici, processi in cui:

  1. Un gruppo di persone,
  2. Che persegue un obiettivo individuale,
  3. Si riunisce in un luogo,
  4. Per discutere e
  5. Giungere ad un accordo comune.

Data questa definizione vorrei fare una ulteriore constatazione, sebbene non si trovi nell’opera arendtiana. Presumibilmente simili definizioni dovevano sembrarle troppo banali. Tuttavia, molte sue affermazioni concordano con la mia definizione. Così, in Vita Activa, già citata in precedenza, l’autrice chiama forme specifiche dell’essere insieme quelle in cui ci si consulta per poi azione di comune accordo(1). La parola specifiche nella citazione dimostra che questa può essere intesa nel suo senso classico: la differentia specifica, che differenzia il definiendum del riunirsi politico(*) del genus proximum del riunirsi non specifico, è, che ci si consulta per giungere ad un azione coordinato. Tale definizione concorda con la mia nei punti essenziali: il riunirsi implica un gruppo di uomini così come un luogo di riunione. La discussione avviene spontaneamente, e così l’unità è formulata dalla Arendt come prodotto dell’accordo. Solo la volontà individuale non compare esplicitamente nella citazione arendtiana. Ma una volontà deve esserci, altrimenti non ci si riunirebbe (la costrizione divide in politica), e tale volontà deve essere individuale, altrimenti le discussioni e gli accordi sarebbero superflui. La citazione della Arendt presenta rispetto alla mia: l’accordo non è sufficiente ai fini della politica bensì l’azione in accordo, per cui l’accordo stesso è necessario ma non sufficiente. Tendo comunque a considerare le affinità con la posizione arendtiana più incisive delle differenze, e sarà mia cura rispettare la definizione data, anche se i due grandi esperti del pensiero arendtiano, Ernst Vollrath e Dolf Sternberger non sarebbero, probabilmente d’accordo.

Nel suo Grundlegung einer philosophischen Theorie des Politischen [Fondamenta di una teoria filosofica della politica], il Vollrath dedica più di 40 pagine alla definizione di cosa non sia la politica. L’autore propone la tesi per cui la politica non dovrebbe essere definita solo in base al contenuto. Quando si presuppone che un concetto sensato abbia un contenuto, e un contenuto definito, per giunta, viene il sospetto che il concetto di politica del Vollrath possa essere vuoto e insensato. Già a pag. 45 questo sospetto viene alimentato. Appare chiara la natura nella presupposizione finora taciuta, dietro il discorso della definizione a-contenutistica della politica; Il Vollrath conclude spiegando, che la politica è ciò che può contenere le cose più disparate, beninteso che i ‘contenuti’ della politica, ossia il tema trattato in politica, non sia da ascrivere alla definizione data.

A pag. 42 viene presentata un’altra tesi riguardo la natura avverbiale della politica. Forse, ma ciò non giustifica il fatto che complichi ulteriormente la cosa, senza contare che vi sono concetti avverbiali che sono definiti semplicemente e che risultano immediatamente chiari, come ad es., la velocità.

Il Vollrath complica la sua tesi in maniera ancora più grave quando, in accordo con lo Sternberger, dice (2):

Comprendere la politica è chiaramente il compito e la definizione costante della scienza politica. La politica si impegna, per sua natura, a ricercare anzitutto un concetto che la definisca, proprio come le scienze naturali si occupano di ricercare un concetto […] della natura. Se avessimo compreso, comportandoci di conseguenza, completamente il concetto di politica, o avessimo definito in tutti i suoi aspetti la teoria, cosa che in effetti la politica è, e infine assunta a visione globale onnicomprensiva, avremmo capito male la politica, e così la scienza sarebbe giunta alla fine. Un tale concetto non può avere presupposti, quando si incomincia a trattare la scienza politica.

Non posso essere d’accordo con quanto scritto poiché se si postula, come fa lo Sternberger, una definizione perfetta a obiettivo, non c’è motivo di imprimersi una definizione nominale, tale e quale quelle poste all’inizio di ogni indagine, che chiarifichi l’argomento. Ad ogni buon conto, riepilogo ciò che caratterizza un processo politico:

  1. Un gruppo di uomini
  2. Che vogliono qualcosa di individuale
  3. Si riuniscono in un posto
  4. Per discutere
  5. E giungere ad un accordo comune.

Chiamiamo politica l’insieme di tutti i processi politici. Da questa definizione base vorrei iniziare l’indagine che segue.

Mi orienterei soprattutto su Vita activa per spiegare le attività umane ripartite dalla Arendt in Lavoro, Opera, Azione. Comincio con il concetto di Opera, che ha conseguenze distruttive per l’azione e, come penso, sul lavoro, se impiegato in questi settori ad essa estranei. A questo si collega una piccola parte sul Lavoro, a cui segue la trattazione dell’Azione. I capitoli seguenti si riferiscono tutti all’azione. La natività, che permette l’inizio, l’accordo, il potere, che rappresenta l’accordo, il CHI, sempre presente nell’azione, e la narratività, che porta avanti la Storia.


(*) ho deciso di tradurre Zusammensein con ‘riunirsi’ per evitare fastidiosi trattini heideggeriani…anche se probabilmente alla Arendt avrebbe fatto piacere!

1) Vita Activa, pag. 148

2) Dolf Sternberger, Der Begriff des Politischen, in: Schriften, Vol VI, Staatsfreundschaft, Frankfurt am Main. 1980, pag. 295.
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aggiornato: 14.07.2006