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La filosofia politica di Hannah Arendt

1. Introduzione
2. Totalitarismo e Rivoluzione
2.1. Il totalitarismo
2.1.1 Nazionalismo
2.1.2 Imperialismo
2.1.3 La nuova tipologia di partito
2.1.4 Il ruolo delle organizzazioni segrete
2.1.5 Il movimento
2.1.6 Il totalitarismo
2.1.7 l'Apocalisse
2.1.8 Conclusione
2.2 La rivoluzione
3. La Politica

4. La politica, la teoria di campo e la comunicazione
5. Riassunto
6. Bibliografia 

2.1.1 Nazionalismo

Il nazionalismo ha la sua espressione nello Stato nazionale, che si fonda sull'unità di popolo, territorio e Stato. Il popolo, inteso in questo senso, è un insieme di uomini accomunati da: lingua, cultura, arte e letteratura. La radice della parola "nazione" è da ricercarsi nella parola latina nasci, nascere, e nella sua forma al perfetto, natus/a/um esse, essere nato. Lo stato nazionale si propone dunque come continuazione di una comunità formata da individui nati da madri. L'essere generato da una madre è indubbiamente cosa comune a tutti gli uomini (Per quanto l'argomento naturale possa essere usato a ragione trattando i rapporti interpersonali) e così lo Stato nazionale si presenta come una comunità "naturale"(1). Sfortunatamente però, l'unità totale di popolo (quindi lingua), territorio e Stato(2) è sempre stata un'illusione, perfino nel caso della Francia, che la Arendt definisce nazione par excellence. In ogni Stato si parlano diversi dialetti o addirittura lingue diverse, ogni Stato ospita minoranze straniere e ogni nazione ha le proprie minoranze in nazioni straniere. La Arendt dimostra come queste contraddizioni siano irrisolvibili nella pratica, e dicendo ciò conferma il fallimento dello Stato nazionale. La sola soluzione possibile al problema delle minoranze è l'assimilazione. Oppure l'eliminazione fisica. E sebbene la ragione  ci imponga di fare delle necessarie puntualizzazioni sul concetto di Stato nazionale, è un dato di fatto che la via più seguita nel corso della Storia sia stata, purtroppo, la seconda.



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Nota:

I rinvii sono riferiti alle edizioni tedesche.


1) Origini, pg. 371

2) Ibidem, pag. 373 e seg.
i diritti d'autore: Enrico Gori
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aggiornato: 14.07.2006