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La filosofia politica di Hannah Arendt

1. Introduzione
2. Totalitarismo e Rivoluzione
3. La Politica
4. La politica, la teoria di campo e la comunicazione
4.1 La teoria di campo
4.2 Teoria di informazione e di comunicazione
4.2.1 Shannon e Weaver
4.2.2 Originalità e conferma
4.3 Una teoria di campo della comunicazione
4.4 Applicazione all la politica
5. Riassunto
6. Bibliografia





4.2 Teoria di informazione e di comunicazione

Il concetto odierno di informazione ci viene da Claude E. Shannon e Warren Weaver, che lo illustrarono nello del 1949 The MatemSoftmatical theory of Communication. Di seguito si confronterà il concetto di informazione con quello di originalità e affermazione, reso pubblico da Ernst von Weiszäcker nel 1974.

4.2.1 Shannon e Weaver

Semplificando, il classico modello di comunicazione Shannon-Weaver è il seguente(1)


Mittente

canale

messaggio

Destinatario

Il processo comunicativo ha due partecipanti, il mittente e il destinatario. Dal mittente parte un messaggio, il cui processo di invio è ancora oggetto di indagini, che giunge al destinatario. Il luogo in cui si trova il messaggio – o lo spazio in cui questo si muove – nel suo transito, è chiamato canale. Questo semplice schema servirà da base per le riflessioni seguenti.

Shannon e Waver lavoravano in un laboratorio della compagnia telefonica Bell. Il loro compito era quello di sviluppare strumenti teoretici per l’ottimizzazione della tecnica telefonica. La situazione che si trovavano a indagare era quindi quella classica: due persone che si parlano al telefono. Raffiguriamoci questa situazione. I telefoni vengono perlopiù utilizzati in ambienti chiusi. Si hanno dunque due persone in due stanze separate. I due sono collegati da un cavo. La situazione si potrebbe rappresentare graficamente come due casse collegate da una linea:

telefono

Come si può vedere, questo schema non è molto diverso dalla rappresentazione solita del modello comunicativo. Il grafico rappresenta una situazione ‘fotografata’. La mia tesi è che la conversazione telefonica rappresenti la situazione fondamentale di questa teoria di comunicazione.

Un’ultima quantità appartiene a questo modello e ne costituisce un presupposto, una quantità i cui elementi sono generatori e componenti delle informazioni scambiate: questa quantità è il codice, i suoi elementi sono i segnali. Un messaggio viene generato quando il mittente invia un segnale al destinatario. Ciò implica naturalmente che il codice permanga nell’invio. Ad essere inviate sono solo copie dei segnali, non gli originali. Dal numero n dei segnali contenuti nel codice e dalla lunghezza L del messaggio si può calcolare la grandezza dell’informazione:

I = L log2 n

Per L = 1 e n = 2 la grandezza è definita 1 bit.(2) Ai fini dell’informazione è essenziale che il mittente possa scegliere liberamente dalla gamma di segnali a disposizione. Scrive Weaver(3):

L’informazione è, e faremmo bene a ricordarcene sempre, è una misura della libertà di decisione sulla scelta di messaggi. Quanto più grande è questa libertà di scelta e quindi l’informazione, tanto maggiore è l’insicurezza sul messaggio, che viene effettivamente scelto, ossia se si tratti di un reale messaggio. Insicurezza, informazione e libertà di scelta vanno così sempre insieme.

Questo è un parallelo importante con Hannah Arendt, per la quale trovare la parola giusta al momento giusto… è già azione(4). Perciò, più un messaggio è scambiato, maggiori informazioni contiene, più libero è stato il mittente nel comporlo, maggiore l’azione alla base. La libertà è dunque un criterio sia per l’informazione che per l’azione.Si è detto che l’azione consiste essenzialmente nel dialogo, nello scambio di informazioni.Questa comunicazione costituisce la politica. Potrebbe quindi essere un criterio anche della politica, di quanta informazione produce. Con informazione non si intende qui la sola quantità, ma la portata informativa. I messaggi consistenti in cliché e ripetizioni hanno un contenuto informativo infimo. Tali messaggi fanno supporre che il loro mittente disponga di una libertà di scelta limitata.Allora sarebbe da vedere se le storie generate dalla politica sono informative o meno. Potrebbe venir fuori che le pubblicazioni politiche provenienti dall’ex blocco orientale contenessero una bassa percentuale di informazione. Tale constatazione è correlata alla vita non libera – e quindi non politica in senso arendtiano – che si conduceva negli stati del blocco sovietico. Nella teoria di Shannon e Weaver trovano posto anche gli elementi del dialogo e della relazione. Il flusso di informazioni è inteso come relazione, come rapporto interpersonale. Riferito alla politica, il problema è la pluralità: la politica non si svolge al telefono, ma nella sala plenaria. La teoria classica della comunicazione, in presenza di processi comunicativi con più partecipanti, diventa rapidamente incontrollabile(5). A questa mancanza ho provato a ovviare con una teoria di campo della comunicazione politica. Una ulteriore mancanza è rappresentata dal riferimento costante alla tecnica telecomunicativa e alla sintattica con cui Weizsäcker si confronta. Le tesi di Weizsäcker saranno l’argomento del capitolo successivo.

Nota:

  1. cfr. Claude E. Shannon e Warren Weaver, Mathematische Grundlagen der Informationstheorie, München 1976 pag. 16

  2. cfr. Shannon/Weaver, pag. 19

  3. Ibidem, pag. 28

  4. Vita activa, pag. 29

  5. Cfr. Edgar Neuberger, Kommunikation der Gruppe, München und Oldenburg 1970

I rinvii sono riferiti alle edizioni tedesche.
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aggiornato: 17.07.2006